Il PNRR (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza) è il documento che ciascuno Stato membro deve predisporre per accedere ai fondi del Next Generation EU (NGEU), lo strumento introdotto dall’Unione europea per la ripresa post pandemia Covid-19, rilanciando l’economia degli Stati membri e rendendola più verde e più digitale.
Il PNRR è lo strumento che deve dare attuazione al NGEU definendo un pacchetto coerente di riforme e investimenti per il periodo 2021-2026, dettagliando i progetti e le misure previste.
de gestire i fondi del NGEU, descrivere i progetti che intende realizzare con questi fondi e delineare il calendario delle riforme associate all’attuazione del Piano e, più in generale, finalizzate alla modernizzazione del Paese.
L’Italia è la prima beneficiaria, in valore assoluto: il Piano per la Ripresa e Resilienza garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021-2026, delle quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto.
A questo si aggiunge il Fondo Complementare di 30,6 mld
Il totale degli investimenti previsti è dunque di 222,1 mld
Il Piano si sviluppa intorno a 3 Assi Strategici condivisi a livello europeo:
1. digitalizzazione e innovazione: L’Italia ha accumulato un considerevole ritardo in questo campo, sia nelle competenze dei cittadini, sia nell’adozionedelle tecnologie digitali nel sistema produttivo e nei servizi pubblici. E’ necessario quindi recuperare questo deficit, promuovendo gli investimenti in tecnologie, infrastrutture e processi digitali, per migliorare la competitività italiana ed europea;
2. transizione ecologica: Saranno previsti interventi per ridurre le emissioni inquinanti, prevenire e contrastare il dissesto del territorio, minimizzare l’impatto delle attività produttive sull’ambiente, al fine di migliorare la qualità della vita e la sicurezza ambientale, nonché di lasciare un Paese più verde e una economia più sostenibile alle generazioni future.
3. inclusione sociale, che si traduce nelle seguenti priorità: ovvero “empowerment femminile e contrasto alle discriminazioni di genere”, “accrescimento delle competenze e delle prospettive occupazionali dei giovani”, “riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno”. Queste non sono univocamente affidate a singoli interventi, ma perseguite quali priorità trasversali in tutte le componenti del PNRR.
A questi si aggiungono le priorità trasversali:
1. inclusione giovanile: recuperare il potenziale delle nuove generazioni e costruire un ambiente istituzionale e di impresa in grado di favorire il loro sviluppo e il loro protagonismo all’interno della società;
2. parità di genere: favorire la partecipazione femminile al mercato del lavoro, direttamente o indirettamente e, altresì, correggere le asimmetrie che ostacolano le pari opportunità sin dall’età scolastica,
3. riduzione dei divari territoriali Il Mezzogiorno è caratterizzato non solo da un più basso livello di Pil procapite rispetto al Centro-Nord, ma anche da una più bassa produttività, qualità e quantità del capitale umano, delle infrastrutture e dei servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione. Dalla persistenza dei divari territoriali derivano scarse opportunità lavorative e la crescita dell’emigrazione, in particolare giovanile e qualificata, verso le aree più ricche del Paese e verso l’estero. Questo genera un ulteriore impoverimento del capitale umano residente al Sud e riduce le possibilità di uno sviluppo autonomo dell’area.
Il PNRR costituisce, dunque, un’occasione per il rilancio del Mezzogiorno e per la ripresa del processo di convergenza con le aree più sviluppate del Paese. Il Piano, in complementarità con la programmazione dei fondi strutturali 2021-2027 e al programma REACT-EU, mette a disposizione del Sud una capacità di spesa e di investimento straordinaria per puntare, in coerenza con le linee guida di Next Generation EU, al riequilibrio territoriale e al rilancio del suo sviluppo.
Gli investimenti per il Mezzogiorno – che sono sia mirati che trasversali a tutte le misure – impegnano il 40% delle risorse totali.
Il PNRR si articola in 6 Missioni e 16 Componenti. In particolare:
M1 Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura finalizzato a promuovere la trasformazione digitale del Paese, sostenere l’innovazione del sistema produttivo, e investire in due settori chiave per l’Italia, turismo e cultura.
M2 Rivoluzione verde e transizione ecologica con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico e assicurare una transizione ambientale equa e inclusiva
M3 Infrastrutture per una mobilità sostenibile teso allo sviluppo razionale di un’infrastruttura di trasporto moderna, sostenibile e estesa a tutte le aree del Paese. e la resilienza del sistema economico e assicurare una transizione ambientale equa e inclusiva.
M4 Istruzione e ricerca con lo scopo a rafforzare il sistema educativo, le competenze digitali e tecnico-scientifiche, la ricerca e il trasferimento tecnologico. la sostenibilità e la resilienza del sistema economico e assicurare una transizione ambientale equa e inclusiva.
M5 Inclusione e coesione volto a facilitare la partecipazione al mercato del lavoro, anche attraverso la formazione, rafforzare le politiche attive del lavoro e favorire l’inclusione sociale.
M6 Salute al fine di rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure.
Il Piano, con i suoi interventi, comprende un ambizioso progetto di riforme. Il Governo, infatti, intende attuare 4 importanti riforme di contesto:
- Pubblica Amministrazione;
- Giustizia;
- Semplificazione della legislazione;
- Promozione e tutela della concorrenza.
Una sfida che tocca in primis gli enti territoriali che, prima nella definizione delle strategie e poi nelle azioni per la promozione del territorio, devono svolgere un ruolo attivo e di coesione tra i soggetti privati, le università, le associazioni di categoria del mondo imprenditoriale e le comunità locali.
Il Recovery Plan può essere davvero un’occasione unica per far svolgere alle Province quel ruolo di “Casa dei Comuni” che si sta delineando sempre di più come possibile evoluzione delle funzioni provinciali.
Il PNRR, quindi, rimette al centro della governance il ruolo delle Province: ad esse è affidata sia la funzione di soggetto attuatore, nelle materiedi stretta competenza, che quello di ente strategico.
La Provincia di Cosenza vuole riappropriarsi della sua funzione di ente guida e il punto di riferimento per gli enti, i soggetti pubblici e privati del territorio e, attraverso la propria struttura tecnica, intende svolgere un’azione informativa e di consulenza sui bandi e gli avvisi a valere sulle risorse del PNRR, PNC e Fondi Strutturali Europei della Programmazione 2021/2027.
L’attuazione del PNRR può essere in questo senso il banco di prova per esercitare un ruolo strategico di supporto e coordinamento sul territorio e per supportare gli EELL nella difficile prova di dare attuazione ai progetti del Piano di Ripresa e Resilienza
Obiettivo dell’Amministrazione nel breve periodo è quello di attivare/implementare un nuovo modello di governance, insieme a tutti i soggetti portatori di interesse del territorio, al fine di condividere idee e progetti, di individuare le priorità e le strategie di intervento e di adottare efficaci strategie di sviluppo.
Oggi azioni e strategie devono essere volte a favorire uno sviluppo positivo e sostenibile che, sfruttando il digitale, alimenti un processo finalizzato alla creazione di valore per la comunità e di crescita per l’economia del territorio.